L’autunno è il momento dell’anno fondamentale per la raccolta delle olive, dal Sud al Nord dell’Italia.
Dopo questa importante fase, bisogna preparare la pianta per la stagione invernale.
La tecnica di raccolta normalmente usata prevede l’uso di pettini scuotitori che facilitano la raccolta ma provocano numerose ferite alla pianta da cui, fanno ingresso i batteri che si sviluppano ottimamente tra 4°C e 31°C in presenza di umidità e trovano quindi a novembre un clima ideale per proliferare.Quindi un aspetto non trascurabile da curare è quello di mantenere sana e attiva la vegetazione mediante la disinfezione di rami e foglie per evitare:
– l’insorgenza di malattie, come la rogna, che possono penetrare attraverso le ferite prodotte durante la raccolta, dagli abbacchiatori e sono presenti sulle piante i tumori della rogna,
– il diffondersi di infezioni di occhio di pavone e cercospora, favorite da periodi piovosi, umidi e miti come quelli tipici dell’autunno o parte dell’inverno.
Per contrastare il rischio di importanti infezioni alle piante di olivo, con conseguenze anche molto serie, è bene sfruttare l’unico principio attivo con attività battericida: il rame.
Questo elemento, prepara la pianta a superare le temperature invernali e la protegge da malattie come l’occhio di pavone, la rogna, la brusca parassitaria ecc.
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Quasi tutti i prodotti a base di rame sono registrati anche per l’agricoltura biologica è sono da applicare subito dopo la raccolta seguendo le indicazioni riportate in etichetta. Le performance dei nuovi prodotti rameici verificate da numerosi test e, la persistenza sulla pianta rendono i fungicidi rameici particolarmente adatti a questo periodo dell’anno.
Trattare con temperature superiori a 10°C nel momento in cui si esegue l’irrorazione.
Nota sul controllo della rogna: prevenzione in post-raccolta
Il batterio agente della malattia sfrutta ferite e lesioni che possono verificarsi anche durante le operazioni di potatura. I trattamenti a base di rame sono utili per prevenirne le infezioni, e in post raccolta agiscono anche su diverse malattie fungine dell’olivo
La rogna è una delle malattie più frequenti negli oliveti di tutto il bacino del mediterraneo; i sintomi più evidenti si osservano su branche e rami di dimensione variabile, come escrescenze tumorali, di forma globosa, chiamate tubercoli. Questi tumori appaiono dapprima lisci e di colore chiaro; con l’accrescimento dei tessuti la superficie diventa rugosa e legnosa.
L’agente responsabile della malattia è il batterio Pseudomonas savastanoi pv. savastonoi: poiché non è consentito l’uso di principi attivi antibiotici in agricoltura, le strategie a disposizione degli olivicoltori per limitarne la diffusione e i danni nell’oliveto sono soprattutto mezzi di tipo preventivo, agronomici e chimici.
Il batterio infetta i tessuti della pianta adulta sfruttando le ferite provocate da eventi climatici come forti grandinate o gelate – e dai tagli operati con la potatura.
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Su queste ultime pertanto deve essere posta particolare attenzione: non solo la potatura offre con il taglio un punto di ingresso ideale per il batterio, ma favorisce anche la sua diffusione da pianta infette ad alberi sani attraverso l’attrezzatura di taglio. È importante quindi mantenere forbici e seghetti puliti e utilizzare soluzioni disinfettanti per la loro sanificazione.
La concimazione autunnale e di post-raccolta riveste un ruolo di fondamentale importanza per tutte le colture.I vantaggi sono:
• Aiutare la pianta a raggiungere nel miglior modo il riposo invernale;
• Completare positivamente la maturazione delle gemme;
• Ripristinare le sostanze di riserva indispensabili per la ripartenza vegeto-produttiva dell’anno successivo;
• Attivare le difese naturali delle piante in una fase molto delicata in cui gli andamenti climatici possono sconvolgere i programmi di difesa e l’attenzione nei trattamenti non è sempre vigile;
• "Mirare” i prodotti ed i loro dosaggi avendo ben presente le problematiche dell’annata appena conclusa o in via di chiusura.
In particolare Boro, Manganese e Zinco sono elementi necessari per garantire un’abbondante e uniforme fioritura ed inoltre una corretta crescita dei nuovi tessuti quali foglie e germogli. Assicurano anche un’ottimale nutrizione delle gemme durante la loro formazione e il loro riempimento nella fase di post-raccolta delle frutticole.
La nutrizione per via fogliare, sfrutta la rapida assimilazione degli elementi nutritivi e previene le difficoltà di assorbimento di alcuni microelementi (zinco e manganese), quando somministrati in certi terreni (elevato contenuto di carbonato di calcio).
Zinco
I sintomi da carenza di zinco sono rappresentati da:
· crescita stentata delle piante, “nanismo”
· comparsa di zone clorotiche ingiallite lungo le nervature
· deformazioni del margine delle foglie
· crescita di foglie più piccole, affusolate e più strette del normale
· Formazione di germogli deboli e corti, che tendono a disseccare
· Caduta anticipata dei frutti
Lo zinco può essere presente in abbondanza nel terreno, ma risultare indisponibile per le piante, quando il substrato è caratterizzato da un’eccessiva alcalinità (pH elevato). Inoltre un eccesso di fosforo può limitare o impedire l’assorbimento dello zinco. Questo micronutriente inoltre è un prezioso alleato nei confronti del magnesio e del rame, mentre è un antagonista del ferro. La carenza di zinco è più frequente nel corso delle primavere piovose ed umide oppure nei terreni sabbiosi privi di sostanza organica.
Boro
I sintomi da carenza di boro sono rappresentati da:
· Rallentamento della crescita della pianta
· Aborto delle gemme apicali
· Infecondità dei fiori
· Crescita striminzita dei germogli
· Decolorazione fogliare
· Produzione di foglie “a rosetta”, fragili e sottili
· Disfacimento e necrosi dei tessuti molli
· Caduta dei frutti appena formati
· Ridotta produzione di frutti, solitamente piccoli.
È comunque importante sottolineare che le carenze di boro sono eventi piuttosto inusuali, dal momento che il terreno solitamente ne contiene quantità sufficienti per le piante. Può tuttavia accadere che a causa di un eccesso di calcio si possa manifestare una ridotta disponibilità di questo micronutriente; il boro è inoltre meno disponibile per le piante nei terreni acidi, sabbiosi e nelle zone dove piove intensamente. Inoltre, in corrispondenza dei periodi siccitosi, a causa della scarsa attività delle radici è possibile che si verifichino carenze di questo micronutriente. Il boro inoltre stimola l’assorbimento dei cationi (ioni carichi positivamente, come ad esempio il calcio) mentre ostacola quello degli anioni (ioni negativi).
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Manganese
I sintomi da carenza di manganese sono rappresentati da:
· Ingiallimento nelle zone comprese fra le nervature delle foglie (clorosi intervenale)
· Formazione di imbrunimenti, necrosi e caduta delle foglie nei casi più gravi scarsa fioritura.
Il manganese è un elemento la cui capacità di assorbimento da parte delle piante decresce con l’aumentare del pH (alcalinità) del terreno. Inoltre alcuni elementi come ferro, calcio,magnesio e zinco sono in grado di legare il manganese rendendolo indisponibile per le piante. Le carenze di manganese possono verificarsi soprattutto in terreni organici, sabbiosi o aridi.
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Gli estratti di alghe marine sono degli eccellenti sinergizzanti e migliorano l'assorbimento degli elementi nutritivi, usati in mescela con i microelementi, producono il risultato migliore per il trattamento fogliare.
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L’uso consapevole degli agro farmaci è il primo passo verso il miglior risultato tecnico, il giusto grado di sicurezza per gli operatori, l’adeguata attenzione per l’ambiente.
Le mani sono la parte più esposta del tuo corpo. PROTEGGILE!! Indossa solo guanti in nitrile specifici per la manipolazione degli agro farmaci
Non indossare mai guanti danneggiati e prima di indossarli verifica:
ü Di aver lavato le mani e che siano ben pulite e asciutte.
ü Che sui guanti non vi siano danni visibili come forature, imperfezioni, crepe.
ü Che i guanti siano perfettamente integri.
Verifica che non vi siano perdite:
ü Riempire d’aria il guanto senza soffiare.
ü Arrotolare e stringere il guanto gonfiato.
ü Controllare che non vi siano perdite d’aria
Inizia sempre leggendo attentamente l’etichetta.
Indossa sempre i guanti quando manipoli un agrofarmaco.
1. Indossa i guanti sopra le maniche
2. Controlla attentamente l’etichetta
3. Indossali quando apri il contenitore
4. Durante la preparazione della miscela
5. Durante il lavaggio dei contenitori vuoti
6. Durante la manutenzione dell’attrezzatura
Lava sempre i guanti prima di toglierli seguendo la corretta sequenza
Asciugare i guanti al riparo dalla luce diretta del sole e in seguito riporli nell’armadietto dei dispositivi di protezione individuale.
La Bactrocera oleae “la mosca dell’olivo” è un pericoloso fitofago presente in tutti gli oliveti italiani.
L’adulto ha un colore di fondo bruno-dorato, il capo rossiccio e gli occhi verdi con riflessi metallici; il torace è color cenere, striato di nero e lo scutello è giallo. Le ali sono trasparenti con riflessi iridescenti; l’addome presenta maculature nere.
La larva, di colore bianco-giallognolo si presenta più sottile verso l’estremità cefalica; le due mandibole nere sono ben evidenti e sporgono dal capo.
Gli adulti si nutrono del succo che fuoriesce dalle olive in seguito alle punture da ovideposizione.
Le larve vivono nutrendosi della polpa dei frutti, dentro i quali scavano delle gallerie; le olive compromesse possono essere invase da microrganismi che provocano marciumi, con conseguente cascola. Inoltre la Mosca dell’olivo è responsabile della trasmissione della Rogna dell’olivo.
I danni sono particolarmente gravi quando le infestazioni avvengono in tarda estate ed in autunno, perché provocano ingenti perdite di prodotto. Dalle olive danneggiate si ricava un olio di scarsa qualità, più acido della norma e con aroma completamente compromesso, per l’odore di muffa che assume.
La Bactrocera oleae sverna come pupa nel terreno; a volte, nelle regioni a clima mite, può svernare come adulto o come larva dentro le olive rimaste sull’albero.
Lo sfarfallamento, degli adulti può iniziare già all’inizio della primavera.
Le ovideposizioni, di norma, avvengono nei frutticini a partire da giugno fino a luglio. Ogni femmina depone 200-250 uova, deponendo un uovo per frutto all’interno della polpa. L’uovo schiude dopo pochi giorni, a seconda delle condizioni climatiche; la larva inizia subito a nutrirsi scavando gallerie nel mesocarpo dei frutticini. Raggiunta la maturità, la larva si impupa dentro il frutto stesso, oppure nel terreno; dopo circa una settimana sfarfalla l’adulto.
Nei mesi estivi il ciclo completo da uovo ad adulto si compie in circa 3 settimane.
Alla 1a generazione ne seguono altre il cui numero è variabile, a seconda delle condizioni climatiche; nelle regioni più fresche si hanno solo 2-3 generazioni, mentre in quelle più miti si hanno anche 6-7 generazioni.
Nei mesi più caldi si ha un rallentamento delle ovideposizioni che riprende in tarda estate ed in autunno.
In certe aree particolarmente favorevoli al fitofago e negli oliveti in cui rimangono olive sugli alberi il ciclo è quasi continuo ed il numero delle generazioni può essere anche maggiore.
La lotta contro la Mosca dell’olivo è di tipo chimico;
Le infestazioni della Bactrocera oleae sono soggette a notevoli variazioni in funzione degli andamenti stagionali; infatti basse temperature, oppure elevate temperature estive, o periodi primaverili siccitosi che ostacolano lo sfarfallamento, sono elementi climatici che riducono lo sviluppo e la riproduzione del fitofago.
Per ridurre i danni degli attacchi autunnali è possibile effettuare una raccolta anticipata delle olive.
La lotta chimica segue i criteri della lotta guidata ed integrata.
Il rilevamento degli adulti può essere effettuato con trappole cromotropiche, alimentari e sessuali.
La lotta chimica può essere effettuata anche con esche alimentari avvelenate contro gli adulti, prima che inizino le ovideposizioni; le esche, di natura proteica, sono avvelenate con spinosad ed irrorate sulla chioma - Tracer Fly Certis.
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Questa metodologia di lotta, è efficace solo se effettuata molto precocemente. Circa l’uso delle trappole sessuali, esse vanno installate a fine giugno nel numero di 2-3 per ettaro o per appezzamento omogeneo; lo scopo è quello di eseguire il monitoraggio della popolazione, verificando la dinamica della stessa, che è particolarmente importante conoscere soprattutto utilizzando la tecnica di lotta delle esche avvelenate (maggior tempestività di intervento).
Ovviamente, a prescindere dai formulati, ogni tipo di trattamento deve essere eseguito nel rispetto della normativa vigente, in aderenza alle indicazioni riportate nell’etichetta del prodotto (tempi di sicurezza in particolare) e tenendo debitamente conto del disciplinare di produzione integrata di riferimento. La lotta curativa applicabile in olivicoltura convenzionale, proprio perché basata su soglie di tolleranza, è assai duttile ed efficace.
Il monitoraggio delle olive può aiutare molto
Solo l’attento monitoraggio, dai primi di luglio in poi, di larve e uova vive presenti nelle olive consente di appurare l’eventuale infestazione attiva della mosca delle olive e di realizzare un’efficace lotta al dannoso insetto. Trascurare il monitoraggio diretto sulle olive, attardandosi con altri monitoraggi poco correlati al rischio d’infestazione, consentirà all’insetto, nelle annate miti e piovose, di esprimere a pieno il proprio potenziale dannoso, con esiti prevedibilmente distruttivi.
Nella lotta integrata un importante alleato alla lotta contro la bactrocera è Epik SL.
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Fra i parassiti ammessi in etichetta compaiono Philaenus spumarius, la famigerata sputacchina vettore di Xylella fastidiosa, ma anche Bactrocera oleae, la Mosca, e Prays oleae, la Tignola.
Tre quindi i differenti momenti in cui Epik SL può esser messo a servizio dell'oliveto. Il primo è in primavera, fra aprile e maggio, quando Philaenus si sposta dalla vegetazione spontanea agli olivi, aprendo la via a possibili infezioni di Xylella. E più trascorre il tempo, più si rende evidente quanto il controllo di tale vettore sia essenziale al fine di contenere l'espansione del batterio patogeno. Il secondo è a cavallo di primavera ed estate, quando la tignola compie la generazione carpofaga nelle olivine causando gravi danni ove presente in popolazioni sensibili. Il trattamento va in tal caso posizionato dopo il picco di catture, ma prima dell'indurimento del nocciolo.
Il terzo momento utile è a fine estate, quando si avvicina la maturazione delle olive e la mosca è in grado di apportare i danni maggiori ai raccolti, anche in termini di qualità dell'olio estratto. Bene quindi monitorarne i voli fin da luglio con le apposite trappole Pherocon e intervenendo quando si superi la soglia del 5% in termini di presenza di mosca sulle olive.